L’assegno spetta agli ultrasessantacinquenni cittadini italiani o comunitari che vivono in Italia da almeno dieci anni e che hanno un reddito inferiore al suo importo. I cittadini extracomunitari possono incassarlo solo se, oltre a quei requisiti, hanno anche un permesso ce per lungosoggiornanti, la cosiddetta carta di soggiorno.
L’età media degli immigrati è sensibilmente più bassa rispetto a quella degli italiani, quindi saranno relativamente pochi quelli che potranno godere dell’assegno. Tutti gli altri faranno però bene ad appuntarsi il suo importo, perché la burocrazia dell’immigrazione lo utilizzerà spesso per valutare la loro capacità economica.
Un cittadino extracomunitario che, per esempio, vuole rinnovare il permesso di soggiorno, deve dimostrare che percepisce un reddito almeno pari all’assegno sociale, quindi, quest’anno, 5577 euro. Se vuole far venire in Italia la moglie, il reddito deve essere pari almeno a 1,5 volte l’assegno, 8365,50 euro.
Il riferimento all’assegno è importante anche per i cittadini comunitari. I romeni, i polacchi e gli altri che vogliono vivere in Italia per più di tre mesi e non hanno un lavoro devono comunque dimostrare risorse pari al suo importo.
Elvio Pasca
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